Contributi

MIGRAZIONI SPIRITUALI MEDITERRANEE, MOSTRA COLLETTIVA
Stefano Gagliardi

MIGRAZIONI SPIRITUALI MEDITERRANEE

NELLA CRISI DEL MONDO ARTISTICO
La professione di gallerista mi da la possibilità di avvicinare e frequentare artisti, critici, giornalisti, mercanti o semplici amatori dell'arte ed è normale avere con tutti loro lunghe conversazioni dove ci si scambia idee, impressioni e preziose informazioni.Un punto sul quale ci troviamo d’accordo e che un numero sempre più esiguo d’artisti conferma anno per anno il proprio valore mentre sempre più ristretta e problematica diventa la prospettiva di scoprire nuovi talenti.E' nell'aria come una sensazione di transizione, di trapasso da qualcosa che ben conosciamo a qualcos’altro che vagamente intuiamo.Da più parti giungono confessioni di vero disagio d’incertezza diffusa e il conseguente bisogno di momenti di riflessione. Le motivazioni di questo malessere, pur contraddittorie e diverse tra loro sul piano economico, culturale e artistico, riconducono tutte a un vero proprio disagio di natura esistenziale di chi in qualche modo sente minacciata la propria identità: io stesso fra questi, non solo come operatore culturale ma come uomo alla continua ricerca di certezze e che necessita, oggi più che mai, di valori etici ed estetici rigenerati e affidabili.L’ambiguità della realtà esterna non facilita certo tale ricerca; nella società, e in particolare fra gli artisti, sembra essersi insinuata una vocazione all’adesione irrazionale a una realtà mistificata che s'intreccia a una mistificazione pseudo-irrazionale del reale.Sfuggire a questo situazione diventa sempre più difficile: ci si dibatte e spesso ci si sottopone all’urgenza di dare delle risposte invece che soffermarsi sulla necessità di porsi correttamente delle domande.Uno stato di cose che acutizza, sempre più e inevitabilmente, il disagio di vivere un presente sempre più proiettato nel futuro e sempre più dimentico del proprio passato e di quegli stimoli vitali che reclamano il diritto di esistere in forza di una propria continuità di effetti. Una vera e propria lacerazione tra passato e futuro che si attua in un presente teso ad allargare a dismisura i confini della partecipazione, che accelera i processi della trasmissione e della comunicazione, ma che restringe il proprio valore tempo a dei limiti forse incompatibili con l’arte.Anche là dove il processo creativo è corretto, l’accelerazione esasperata di forme e contenuti impedisce all'arte di sedimentarsi e di essere interiorizzata e accettata nell‘io individuale e collettivo.E cosi l’arte nella spirale dell’autosuperamento vanifica il proprio valore tempo, perde la propria memoria sino ad estraniarsi da identità universalmente più riconoscibili. E allora?
Semplicemente, come gallerista e come artista, come complice latente di questo stato delle cose, penso sia necessario ricercare spazio ampi di riflessione per ricomporre la trama della nostra esistenza e scegliere con molta cautela il nostro futuro di appartenenza. L’iniziativa “Simbologie Mediterranee” traduce bene questa indicazione di lavoro sottolineando come l'opera, consapevolmente o meno, sia strettamente figlia del " normale"  processo creativo di ogni artista. Proprio nel momento di estrema internazionalizzazione dell'arte e del mercato, quasi provocatoriamente si propone un itinerario mediterraneo come luogo di migrazioni spirituali, ambito designato della centralità storica della nostra cultura e delle nostre radici e nello stesso tempo come terreno ancora fertile e vivificabile di contenuti non solo possibili ma oltretutto desiderabili.Il viaggio intrapreso si sonda attraverso molte strade possibili: quella da noi percorsa è un’indagine nel mondo dei simboli i quali, altro non sono, che elementi di sintesi degli stati profondi della nostra memoria, dei nostri recinti Temporali e Spaziali. La campana assunta come simbolo di riferimento dai nostri artisti, è la proiezione di una condizione umana sempre sospesa fra terra e cielo alla quale tentiamo di sottrarci scegliendo di volta in volta spazi terreni o dimensioni divine. L’opera d'arte riflettere dunque questa condizione e l’aspirazione dell'artista a indicare, conflittualmente o meno, gli strumenti di una possibile liberazione per se stesso e per il prossimo.E' l’espressione di un atto di fede, è la traduzione dal non visibile di qualcosa che interiormente sentiamo ci debba appartenere: oggi come ieri. Tutta questo accadeva anche sei secoli orsono in Toscana, dove numerosi artisti vennero coinvolti nello sforzo comune di sostenere attraverso le loro opere il messaggio rivoluzionario della predicazione francescana: era un messaggio semplice filtrato dalla profonda conoscenza del pensiero originario ebraico-cristiano e delle spiritualità di quello mussulmano sperimentato attraverso numerosi pellegrinaggi nell'area mediterranea sino alla stessa Terra Santa: da quel luogo le indicazioni per una rinascita possibile solo dalla accertata condivisibilità delle comuni radici non solo religiose ma culturali.Al di la delle apparenze, e di una presunta autonomia, l‘arte e il pensiero occidentale di allora si arrichì e trasmise queste istanze in forme esplicite e, dove non possibile, attraverso lo strumento della velatura esoterica.Quando nei pressi di Montaione nel millecinquecento assistiamo alla prodigiosa costruzione della copia in scala della Gerusalemme ebraica e dei sacri monti ad opera della comunità tutta, troviamo conferma della aspirazione collettiva o fissare in modo esemplare il risultato ideale del proprio viaggio spirituale.Questo viaggio era infatti simbolicamente iniziato duecento anni prima quando, il prodigio di una campana che si era messa a suonare da sola, avevo annunciato fra terra e cielo la morte dell’eremita francescano Vivaldo.

Galleria Gagliardi-1997 : Migrazioni Spirituali Mediterranee  a cura di Stefano Gagliardi  
Chiostro della Colleggiata - San Gimignano:
evento1 - mostra collettiva "Le Campane" con gli artisti: Burchiellaro,Gambone,Giannetti, Ievolella, Lucchi, Pompili, Sartelli: a cura di Stefano Gagliardi con testo di Cecilia Martinelli 
evento 2 - mostra personale "Porte di Cattedrali" di Guido Sgaravatti 
evento 3 - "il Complesso di San Vivaldo - "Gerusalemme in val d'Egola" fotografie e filmato del complesso architettonico - scultoreo: materiale dall'archivio di Carlo e Giorgio Fabre
evento 4 - mostra "Gerusalemme dal Cielo" fotografie aeree della città in collaborazione con l'Ambasciata di Israele a Roma 
Teatro dei Leggeri - San Gimignano:
evento 5 - convegno "Fra terra e Cielo - Migrazioni Spirituali - l'Uomo Nomade". Relatori: Vescovo Gaetano Bonicelli (Siena), Prof. Franco Cardini (Univ.di Firenze), Prof. Paolo Caucci (Univ.di Perugia), Prof. Michele Luzzati (Univ.di Pisa), Prof. Antonio Pieretti ( Univ.di Perugia), Rabbino Prof. Joseph Levy (Firenze), Prof. Tangheroni (Univ. di Pisa), Prof. Mahmoud Salem Elsaikh (Firenze), Prof. Giulio Soravia (Univ. di Bologna). A cura di Stefano Gagliardi