Comunicato Stampa

PROMETEO SFIDA ANCORA GLI DEI di MATTEO PUGLIESE
presentazione di F.B. Palazzo Comunale Sala BecKett
dal 07/08/2005 al 28/08/2005

2005 - Galleria Gagliardi, SAN LORENZO A MARE

PROMETEO SFIDA ANCORA GLI DEI

Le opere di Matteo Pugliese sembrano davvero simboleggiare l'eterna lotta dell'uomo per la sopravvivenza.

Quegli stessi dei che incatenarono Prometeo per il suo ardire hanno accompagnato e accompagnano ancora la storia dell'uomo: ogni conquista, ogni sforzo verso il futuro è segnato dalla tensione, dal dubbio, dal dolore; solo così, l'uomo, sembra capace di conquistare il suo diritto di esistere.

Ognuno di noi si scontra con la propria interiorità almeno quanto deve fare i conti con la propria esteriorità. E l'interiorità, in queste sculture si trasforma in materiale, bronzo o creta che sia, ma sempre teso, scavato, in perenne tensione, quasi lucido e, dunque, trasparente rispetto al groviglio interiore che mai ci abbandona: così il nostro essere più intimo traspare nel guizzare delle vene, nel tendersi dei muscoli, nello sforzo leggibile sui volti.

E' ancora il materiale, talvolta, a tradire il nostro seme antico, attraverso il color ocra delle crete o per l'apparente disfarsi del bronzo in colori di fuoco e di cielo notturno, trascorsi tutti da ombre nette che fanno immaginare gli abissi del tempo. Ma vi è anche l'esteriorità, nelle sculture di Pugliese, così ben ripresa dal nitore dei muri che pervicaci trattengono lo sforzo verso la libertà ed il futuro. Il muro bianco fa venire in mente la drupa del frutto proibito, l'atto supremo con cui l'uomo si è impadronito della conoscenza sfidando Dio.

Se ognuno di noi vuole lasciare una traccia, sia pur evanescente, sull'ambiente che ci circonda deve, per forza, scappare dal muro. La scultura di Matteo Pugliese, nella misura in cui propone questi temi, ripercorre in modo originale il non finito michelangiolesco.

Il paragone potrà forse sembrare azzardato, ma la cura del particolare e la grande tensione che percorre queste opere non possono non far pensare ai Prigioni che, ormai da secoli, lottano per scrollarsi da dosso quel soprappiù di materia che li costringe.

F.B.