Comunicato Stampa

TRA CIELO E MARE di SANDRO NEGRI
Testo critico di Isabella Del Guerra
dal 06/08/2005 al 26/08/2005

2005 - Galleria Gagliardi, Taormina

TRA CIELO E MARE

Si guarda un’opera in silenzio; gli occhi cercano; fissano le sensazioni; traducono nel linguaggio della sensibilità quello che; tra le marcature del colore; è nascosto.

Ogni pittore ha una voce silenziosa con la quale stabilisce un dialogo interiore con il proprio spettatore; come il musicista che, attraverso il suono, esprime le sue sensazioni più intime e profonde, il pittore con il colore ed il segno, prende per mano e traghetta in un mondo dove, ragione e razionalità, sono escluse e dove la piena liberta ed il silenzio, inducono all’introspezione. Questo è il mondo di Sandro Negri; un mondo dove i colori sono corposi, pieni, caldi, spessi, saturano lo spazio con densità avvolgente e vibrante: sulla cresta del colore, la luce gioca a rimandarci sferzature di riflessi e bagliori, e l’opera, vive, palpita, coinvolge. La natura e con lei l’uomo, sono il tema principale delle opere di Sandro Negri. Una natura protagonista, semplice nella sua complessità, ma anche seducente, che l’Artista racconta con partecipazione. Il variare delle stagioni: il rigore dell’inverno, rende dure le zolle, solitari i campi, bruciati dal gelo gli alberi, silenziosi i paesaggi innevati. Una primavera timida e leggera, con delicati fiori appena sbocciati sull’albero da frutto nella luce gentile di questo periodo incantevole e, magicamente, ci aiuta a sentirne gli odori. La natura rigogliosa dell’estate che sapientemente dipinge con colori materici e spessi, le luci infuocate, gioiose macchie di colore che i papaveri producono nei campi di grano maturo mentre lo sguardo corre laggiù; all’orizzonte, dove nella casa colonica, l’uomo si prepara alla raccolta. Infine l’autunno, con venata malinconia, i filari infiammati dagli ocra, dai gialli e dagli aranci, che nascondono grappoli sugosi pronti per la vendemmia, mentre la luce si fa dorata.

L’uomo, nei suoi dipinti, è dedito alle fatiche agresti di un’epoca che, sempre più, si allontana e fa parte dei ricordi; gente abituata a lavorare nei campi, con compostezza e dignità, assecondando la natura dalla quale trae i frutti. E’ un’umanità silenziosa in un tempo immoto, che adempie il proprio lavoro con scadenze precise, dettate dai tempi che la natura stessa impone, è gente abituata alla fatica, temprata dal sole, dal vento, ma con una quiete interiore propria di chi è in pace con il mondo e in armonia con la natura. Uomini e donne dipinti con “volti non volti”, senza lineamenti, senza caratterizzazioni fisionomiche, come se l’artista volesse rappresentare con un solo uomo ed una sola donna, l’umanità intera, volti muti, ma che irradiano energia.

Fuori del dramma della fatica, in una terra amica, riconoscente per il lavoro prodigato. Nei suoi dipinti, sedie, porte sovrastate da pergolati fioriti, facciate consunte dal tempo e dal sole, finestre socchiuse adornate da rossi gerani, porte vecchie dietro le quali si possono indovinare la vita, gli odori del fuoco, del pane, del legno, aromi e fragranze forti. Aie dove i contadini all’imbrunire hanno abbandonato gli arnesi del lavoro appena terminato, scorci di paese con muri scrostati su cui appaiono ingenui graffiti. Intime percezioni di questo mondo antico, dipinto di getto, con pennellate grasse, quasi per fermarne il ricordo, senza tanto badare a prospettive, né proporzioni, né estetica nel senso classico del termine, ma in armonia ed equilibrio perfetti; tutto ciò riporta ognuno di noi, con nostalgia, ad un vissuto, la memoria ritorna ad una persona, ad un evento, forza della poesia. I dipinti di Sandro Negri hanno questa magia, non si è di fronte ai suoi quadri, ma dentro, si cammina tra le zolle, tra i filari, si attraversano i campi accarezzando con le mani le distese dorate, ci si siede su di un masso dinanzi al mare perdendosi nell’orizzonte con i colori di un tramonto infuocato. Si sgombra la mente osservando le onde che dondolano due barche solitarie, il vento che ne gonfia le vele e che ci trattiene, in attesa di temporali imminenti.

Il mare, un’altro tema caro a questo pittore che riesce a far danzare la luce sopra al colore, che in una spatolata raccoglie la forte energia della vita. Il Mare. Qua l’uomo è solitamente assente, a parte qualche solitario pescatore che dopo la pesca sistema le reti; ce ne sono però le tracce: barche messe al sicuro sulla spiaggia per la notte, oppure abbandonate all’aggressione della salsedine e del tempo perchè ormai vecchie e in disuso, barche che solcano le onde, in una regata solitaria.

In queste opere la natura è imponente, presente, forte. Uno scenario alcune volte immobile, quasi in attesa, dove le rocce sembrano essere le sole spettatrici, altre dove il mare impetuoso mostra la sua potenza con schiume che aggrediscono gli scogli. Un mare, dai colori tenui e rarefatti, ora calmo in un silenzio contemplativo, ora solcato da onde brume e cieli scuri squarciati da fenditure bianchissime, pronti ad unirsi per una tempesta perfetta. Albe silenziose con riflessi argento e oro su di un mare calmo in attesa del sole. Sandro Negri vive e ci coinvolge, con forti pennellate, i colori contrastanti, la rnatericità del colore che rende omaggio al grande mare di cui ne sottolinea, ancor più, la potenza e immensità. Cieli attraversati da gabbiani eleganti che lambiscono le onde in cerca di cibo e infine, commoventi tramonti dove i rossi si mescolano ai viola, all’oro del sole, al blu profondo del mare, onde rosse, quasi nere, in un tripudio di colori che rivelano passione per un’arte fatta con amore e per Amore della Vita.

Isabella Del Guerra