Contributi

CALEIDOSCOPIO DELLA MEMORIA, ANTONIO BIANCALANI
Guerrino Giorgietti

CALEIDOSCOPIO DELLA MEMORIA

UN PITTORE CHE RESTA

In ogni dipinto di Antonio Biancalani c'è qualcosa che sorprende. Un vaso caduto in terra e là, accanto, dei fiori sparsi; donne nude che si offrono o impudiche o falsamente distratte; materassi arrotolati, contorti abbandonati a ridosso di una parete, saturi di umori corporali, di sogni, di esaltanti abbandoni, di solitudini e di sofferenze; letti come altari disfatti su cui si sono consumati riti di vita e di morte; oggetti di uso quotidiano che ne vedi il vissuto e ti coinvolgono. Sono attimi, visioni, sensazioni che Biancalani fissa con la sua pittura veloce ma tecnicamente perfetta, finita, e il quadro diventa poesia. Un maiale appeso, squartato, è un grido di sofferenza, quasi un martirio, ma mai una ostentazione macabra. Gli autoritratti sono fermi in attimi di inquietanti riflessioni in cui l'osservatore si identifica nel volto dell'Artista, che si interroga e aspetta da te una risposta. Le opere di Biancalani parlano, commuovono perchè i soggetti sono sempre reali, meditati e poetici; perchè i colori sono vivi e perfetti; perchè l'Artista è vero. Un'opera di Biancalani non decora una parete, non abbellisce una stanza: illumina la mente e l'anima. Per questo è un Pittore che resta. I paesaggi, pur rientrando nei canoni della bella tradizione toscana, contengono il tormento di chi ama quei luoghi e ne fa parte: gli alberi hanno l'austerità dei monumenti; i cieli l'ampiezza e i colori che sanno vedere solo gli innamorati. Le seggiole, le poltrone, i tavoli che trattengono drappi o lenzuola, diventano eloquenti testimoni di quotidiani episodi di vita famigliare e, nello stesso tempo, immagini misteriose e suggestive forme nel tempo. Ma, soprattutto, coinvolgono i nudi femminili: corpi armoniosi, rilassati, colti in posizioni mai nervose; trasudano una sensualità che non scandalizza, che si fa contemplare e affascina. Poi, all'improvviso, ti rendi conto con quale maestria il Pittore ha giocato con la luce, e solo allora si è in grado di capire la magia contenuta nei quadri di Biancalani. La sua vera abilità è proprio là: le luce scendono sugli oggetti, sfiorano i corpi, si insinuano fra le pieghe dei panneggi e nelle forme contorte dei materassi, lambiscono le pareti, vibrano nei paesaggi e tutto prende vita, suscita emozione, diventa Arte vera, quella che resta.
 
Galleria Gagliardi - 2003: mostra personale "Caleidoscopio della memoria" di Antonio Biancalani, testo di Guerrino Giorgetti