C'era un'epoca, molto tempo fa, in cui si scriveva in bella calligrafia parole, si affidavano a pagine di diari i propri pensieri, le proprie vicissitudini, si assegnava a pagine di lettere pensieri e sentimenti.
Si costruivano frasi il cui compito era di dare voce a denunce per soprusi, ingiustizie e prevaricazioni.
C'era un tempo in cui si dedicava alla scrittura una dedizione particolare perchè essa aveva una valenza importante, si educava la mano a trasformare visivamente idee, concetti, riflessioni e considerazioni, osservazioni e giudizi, a comporre lettere che, una dopo l'altra, si trasformavano in opinioni, convincimenti, intenzioni; quanti propositi e progetti affidati all'inchiostro di una penna.
In questo tempo ecco un pittore che fa un uso diverso dell'inchiostro contenuto nella moderna penna bic, ancora in uso nonostante il monopolio della tastiera e del pc; egli usa il segno, il tratto di inchiostro di una piccola penna biro per disegnare su un supporto ligneo.
Erno Gabriele Palandri non è solo un pittore, egli è capace di trasformare il semplice gesto pittorico in sentimento, in poesia.
Il dipinto "Assumere esperienze" fa parte di una serie che il pittore ha dedicato alle mani: mani rudi che lavorano, gentili che accarezzano, mani forti che guidano e proteggono, piccole mani di bimbo che si affidano, mani anziane dalla pelle rugosa che con esse hanno lavorato senza sosta, per una vita intera.
La mano di un bimbo che con fiducia si affida alla guida della persona matura che, con amore, la accoglie.
Isabella Del Guerra, 2008.
Gabriele Erno Palandri ha esposto in Galleria Gagliardi dal 2008 al 2016.
" La sua arte è come una poesia "ermetica" dove tutto è simbolico, metafisico, esistenziale e dove la sperimentazione porta ad una dissoluzione del linguaggio tradizionale." Le sue opere sono stralci di tempo, di emozioni, di persone immortalate e di sentimenti. " L'opera d'arte è vista da più lati latenti,gli sfondi si fondono con i suoi soggetti parlando di loro e del mondo interiore dell'uomo. Riassumendo queste teorie, fondendo queste immagini particolareggiate con il non finito dei "bozzetti"e dello sfocato. Se la penna, è il mezzo prediletto dell'Artista per parlare con noi, il tratto può cambiare a seconda del significato e del messaggio. Possiamo trovarlo netto e ben definito oppure sfuocato quando Palandri vuole trasmetterci un messaggio del mondo esterno convulso, sovraccarico di fatti e di parole incomprensibili, come se ne uscissero suoni più che forme. L'immagine non finita dei "bozzetti", invece ci riporta al punto di partenza del suo fare arte, dove il soggetto rappresentato non ha un valore in quanto tale, ma va oltre. Il progetto che si intravede sul fondo dell'opera diventa percorso "interpretativo" che ci fa arrivare alla comprensione dell'opera finita a tutto tondo. R.C.
Nasce a Pistoia nel 1970, consegue il Diploma di Arredatore e la Maturità d'Arte Applicata all' Istituto d'Arte P. Petrocchi di Pistoia e il Diploma di Grafico Pubblicitario. Inizia negli anni '90 la sperimentazione delle tecniche pittoriche, pastelli, acrilici, olii fino all'esecuzione ad aerografo. Inizialmente parte da una base surrealista che sfocia sempre più nel figurativo. Cerca sempre immagini che diano un messaggio e non fini a se stesse. All'inizio del 2000 lascia i colori e riprende in mano la penna biro, vecchio amore, ed inizia un nuovo percorso, sempre figurativo, ma dove la parte fondamentale è rappresentare un concetto con una sola immagine. Opera su tavola lasciata a nudo oppure lavorando il fondo con tecnica mista dove va a disegnare (o scrivere) con la penna. Attualmente lavora con diverse gallerie in Italia. Alcune sue opere fanno parte di collezioni private e pubbliche.
ARTE IN TERAPIA trentatrè diagnosi d'artista curatori Alberto D'Attanasio e Nazzareno Miele
SPOLETO Chiesa di Sant'Agata
Dal 29 Giugno 2013 al 20 Luglio 2013
9-12 15-22
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