Gianluca Resi

Opere

Artista Gianluca Resi

Gianluca Resi espone nella nostra galleria dal 2018.

Non c'è più una stella da imitare, ognuno di noi è una stella. 
"Icone" le cui opere sulle buste di caffè su cui Resi dipinge immagini di volti (selfie) o composizioni di vita. Il contrasto degli acrilici con gli smalti tende a sottolineare il contrasto dell'individuo con la realtà che lo circonda, la mancanza di dettagli della scena fa ricadere l'occhio solo sul soggetto, dando quella sensazione di solitudine che si riempie di essere osservata dagli altri. gli sfondi di velature con i suoi getti senza geometrie, i contrasti con la scena dipinta, quella sensazione di calma in contrasto con il caos, tipico dei social media.
I suoi soggetti sono normali e vengono dalla vita di tutti i giorni; un amico in piedi in una stanza, il viso di una donna o un ballerino che balla nella sua solitudine. Attraverso queste esplorazioni Resi ha trovato un modo perfetto per evocare la sensazione della fotografia in pittura senza mai affidarsi al fotorealismo per evocare l'illusione della realtà in due e tre dimensioni.

Gianluca Resi (nato il 1966 a Napoli - Italia) pur essendo nipote di Mario Penelope, critico d'arte e Presidente della Biennale Internazionale delle Arti di Venezia (1972), si avvicina al mondo dell'arte solo in tarda età, preferendo dedicarsi all'attività di famiglia di importazione di caffè. Il sacco di caffè diverrà, in seguito, proprio il punto di unione delle sue due esistenze, quella imprenditoriale e quella artistica, difatti l'artista si appropria di questo per renderlo parte integrante dei suoi ultimi lavori. Proprio queste opere racchiudono tutto il percorso dell'artista, mettendo alla luce la sua fonte di ispirazione, la ricerca del mito in quanto uomo. Infatti il Resi, nella sua ricerca del mito, inizia nel 2012, una produzione artistica tipicamente pop-art americana, ispirandosi ad Andy Warhol, con la raffigurazione di icone del mondo della moda, del cinema e dello spettacolo, rievocando i miti della seconda metà del '900.Ma questo mondo patinato si ritrova ben presto in antitesi con il percorso interiore dell'artista, che sente il bisogno di raccontarsi, decidendo di tornare alle origini, cosi inizia ad utilizzare i sacchi di caffè come tele, inizialmente contraddistinti da grandi cicatrici, cucitura a forma di sutura, che rappresentano le sofferenze degli uomini e il riadattarsi alla vita. Inizia cosi la produzione "Cicatrici dell'anima", una collezione di sei opera, dove i clochard sono i protagonisti, non più le stelle dello spettacolo, al centro ora c'è l'uomo e non le sue proiezioni. Questo lavoro lo coinvolge a tal punto da diventare uno spettacolo "Apocalypse Opera", dal format innovativo, in cui le opere prendono vita attraverso le arti libere : pittura, music, danza, recitazione e video installazioni. Un percorso artistico a quattro mani, insieme all'artista Diego Santanelli, che vuole andare a rappresentare l'Apocalisse, la battaglia tra il bene e il male, come conflitto tra l'esercito di satana ("tutti coloro che sono marcati con il numero della bestia"), la nostra società, che è ormai totalmente codificata, e l'esercito del bene, angeli travestiti da clochard. Gianluca Resi, in seguito alla realizzazione dello spettacolo, inizia ad analizzare la società di oggi, la massa popolare che insegue stereotipi artefatti, portando nuovamente a confrontarsi con la pop-art americana, approfondendo però l'altra faccia di una realtà fittizia, intrisa di superficialità ed esteriorità. Da qui nasce il progetto "Evoluzione del mito", dove l'artista ripercorre il progredire del mito, la sua trasformazione nel corso dei secoli, ma conservando sempre la sua origine : l'immortalità. Nella disamina del mito, l'artista non tralascia l'origine, dove tutto è cominciato, attraverso il dono della parola, la più ricca fonte di informazione della storia umana, difatti il mito non è altro che la parola, esso può essere considerato un racconto sacro che svela dei misteri e che dà la risposta a molti interrogativi degli uomini. La parola, il dono che le muse fecero agli uomini, figlie di Mnemosyne, Memoria, che consente agli uomini di ricordare, di narrare come ha avuto origine il mondo e gli uomini. L'artista rende omaggio a queste figure mitologiche raffigurandole come danzatrici, poiché i loro racconti danzano nelle menti degli uomini. Le muse raccontano anche le gesta di uomini divenuti eroi immortali, l'eroe diventa al pari delle divinità, figure nelle quali uomini tendono a identificarsi (Gilgamesh, Teseo, Icaro). L'uomo diventa immortale, il centro del mondo. Cosi nel suo percorso, Gianluca Resi torna ad confrontarsi con la pop-art, il mito che diventa consumo, cosi come nella seconda meta del '900, gli eroi cedono il passo a coloro che nell'immaginario collettivo diventano miti, modelli a cui ispirarsi, il mito cosi si tinge di superficialità ed esteriorità. La poesia, che ha sempre accompagnato il mito si trasforma anch'essa, diventa un logo o uno slogan, non ci sono gesta da narrare, è l'uomo che diventa mito per quello che è. Il Resi arriva cosi alla conclusione del suo viaggio, il mito di oggi, ormai la società non celebra più solo i divi, ma anche persone qualsiasi, non c'è più una star da imitare, la star è in ognuno di noi. Oggi siamo sommersi di immagini di vita quotidiana attraverso i social, la ricerca di quel like che possano dare ad ognuno di noi quell'attimo di notorietà, cosi da sentirci immortali, i miti del domani. L'artista inizia cosi una produzione di immagini di volti o composizioni di vita, dal cui soggetto ci si può immaginare il fiato per come sono dipinti. I soggetti di Resi sono ordinari e provengono dalla vita quotidiana : un amico in piedi in una stanza, il viso di donna, la solitudine di un'attesa. In questo modo il Resi ha trovato un modo perfetto di evocare la sensazione di fotografia nella pittura, senza mai affidarsi al foto-realismo, per evocare l'illusione della realtà in due e tre dimensioni. Gianluca Resi coglie l'attimo : il qui e l'ora.​