Gianni Martinelli

Opere

Gianni Martinelli ha esposto in Galleria Gagliardi dal 1998 al 2000.

Una delle prime, ma erronee, impressioni che si ha della pittura di Martinelli è che essa abbia bqualche parentela con l'iperrealismo americano. Per nulla. Può essere che i risultati possano porsi in relazione, ma difettano i presupposti. In Martinelli, come in altri pittori italiani, c'è una sedimentazione culturale che è totalmente assente negli statunitensi. Non è una questione di oggettività ma di come la ottieni. Al di là dei tubetti di colore ci sono i toni, che si raggiungono per impasti, per velature, per sovrapposizioni, per sofferenze. E poi c'è la profonda conoscenza delle tecniche e materiali, studiata per anni da Martinelli, creatasi nell'arte italiana dal Quattrocento ad oggi. Gareggiare con l'oggettività non è per Martinelli un fine ma un mezzo di cui si serve per sottrarre unatazzina, un paio di occhiali e altri semplici oggetti all'afasia mentale alla quale sembra condannarli la forza dell'abitudine. Questi oggetti ci appaiono arabescati da uno sguardo ironico e divertito e non scanditi da una furia iconoclasta. Martinelli crede nel suo lavoro, che porta avanti da anni senza mai concedersi un giorno di riposo, sognatore, caparbio e tenace, inflessibile anche con se stesso, solitario e generoso non accetta compromessi, tantomeno con la pittura. "Perchè la pittura è, prima di tutto, lo dice sempre,una cosa seria. La pittura non può essere un hobby: è tormento, è una faccenda a suo modo tragica". Francesco Giacomazzi