Matteo Massagrande

Opere

Artista Matteo Massagrande

Matteo Massagrande ha esposto in Galleria Gagliardi dal 2008 al 2011.

" Quadri di sapore intimistico, dove la luce-colore gioca un ruolo predominante, per non dire intimistico. P.R" La visione di Massagrande è tutta di interiorizzata sensitività: sollecitazione di una memoria prensile stimolata a evidenziare la luce che irradia dalle cose e che costituisce la texture della materia, della natura, della carne, dell'ambiente, come sonorità sincopata ed espansa di energia, di passione, di partecipazione. Una sostanziosa "nostalgia" di forme, di luoghi, di colori, di odori, di atmosfere, di tagli di luce, di impressioni e di emozioni permea una tensione esecutiva sostenutada una grande abilità e mestiere, e promuove un desiderio, un bisogno di restituzione, che però non passa attraverso la rappresentazione, la pura e semplice ricomposizione dell'immagine della realtà, ma è " risentimento", risonanza intima che coinvolge e acuisce la memoria dei sensi: una sorta di imprinting singolare che recupera il rapporto col reale, contro la labilità della visione affrettata che scivola sulle cose e contro l'indeterminatezza e l'nadeguatezza dell'immagine confezionata della massificazione culturale stampata e televisiva. ". " ogni oggetto assume particolarissimo significato nel contesto fluido del vissuto personale fatto di richiami tattili, di suggestioni tecniche, di riferimenti olfattivi, di gusto estetico,di deposito ricordi di presense, gesti,parole, suoni, ma ciò non significa che Massagrande miri alla restituzione dell'oggetto in sè, come reperto archeologico della prppria storia e, quindi, voglia farne il soggetto esclusivo di un racconto e di un fare pittura semplicemente come scandaglio e riaffermazione di un tempo ritrovato contro la nostalgia del tempo perduto. G.S.

Mostra personale Galleria Gagliardi, Atmosfere sospese, 2009

L’atmosfera che regna nei dipinti di Matteo Massagrande ha una sottile forza ammaliatrice: essa ci seduce, annulla il mondo reale e ci spinge a percorrere corridoi vuoti dai muri scrostati, aprire vecchie porte per scoprire stanze abbandonate dove l’incuria ed il tempo le hanno rese polverose, silenziose, desolate; si avverte la presenza dell’uomo e contemporaneamente la sua assenza. 
E ancora, ambienti ovattati, quieti, dove la luce filtra da persiane socchiuse, dove tavole con resti di pasti frugali sono state da poco abbandonate dai commensali.   In questi luoghi il tempo è sospeso.                                                                                                                       Ma ci si aspetta di veder entrare nuovi inquilini che daranno alla casa una nuova vita, gli alberi spogli su cui affacciano le finestre si riempiranno presto di tenere foglie verdi, le tavole ritorneranno apparecchiate di pane, uova, frutta e le stanze vuote si riempiranno ancora del brusio dei convitati.
Questa è la magia dei lavori di Massagrande.
I corridoi, le stanze, le tavole, le spiagge solitarie, sono luoghi della memoria: sono situazioni, ambienti che fanno parte di un vissuto che appartiene ad ognuno di noi.
Queste opere hanno la forza ed il potere di rimandare a ricordi legati a luoghi, ad atmosfere, a luci di una determinata ora del giorno; ricordi che rievocano fotogrammi di altri attimi vissuti.
I dipinti di Matteo Massagrande non si guardano ma si vivono, si ascoltano, si odorano.

Isabella Del Guerra, 2009

Biografia:

Matteo Massagrande Profondo conoscitore della storia dell’arte contemporanea, ma anche di quella antica (tecniche di pittura, di incisione e arte del restauro), Matteo Massagrande è nato nel 1959 a Padova, dove vive con la moglie e il figlio e dove svolge l’attività di pittore e incisore dividendosi tra lo studio padovano e quello di Hajòs (Ungheria). Dai suoi frequenti viaggi in Europa e nel mondo sono nati e continuano a nascere cicli pittorici e grandi composizioni, che fin dal 1973 (con la sua prima mostra, a Treviso) hanno dato luogo a oltre cento personali in Italia e all’estero, più collettive e concorsi. Le sue opere si trovano in numerosi musei, chiese, collezioni pubbliche e private. Prima di approdare al Museo al Santo di Padova con questa importante personale dopo dodici anni di assenza espositiva dalla città, Massagrande ha ottenuto molti premi e riconoscimenti, tra i quali il Premio Internazionale Città di Pordenone 1980, il Premio Rizzoli per la grafica 1982, il Premio Burano di pittura 1986, il Premio Under 35 alla Terza Biennale d’Arte Sacra di Venezia 1987. Tra le mostre personali in sedi pubbliche, nel 1992 quella alla Fondazione Ghirardi a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta (catalogo a cura di Giorgio Segato); nel 1995 a Palazzo Crepadona di Belluno con Opere 1974-1994 (catalogo a cura di Paolo Rizzi) e nel 1996 a Palazzo Sarcinelli di Conegliano con Opere 1986-1996 (catalogo a cura di Marco Goldin). Nel 1995 il Museo Civico di Padova gli ha dedicato una mostra antologica nell’oratorio di San Rocco, Incisioni 1974-1994, (catalogo a cura di Giorgio Segato). Nel 1997 a Casa dei Carraresi, Treviso, Opere su carta, (catalogo a cura di Marco Goldin). Nel 1997 ha esposto alle Civiche Gallerie di Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara (catalogo a cura di Franceso Loperfido). Nel 1998 di nuovo in Casa dei Carraresi, Treviso con Incisioni 1974-1998 (catalogo con testi di Enzo Siciliano, a cura di Marco Goldin) e nel 1999 al Museo delle Mura di Borgotaro (Pr). Parallela a quella pittorica si è sviluppata l’attività grafica iniziata nel 1974 e che recentemente ha portato alcune sue incisioni a far parte del Gabinetto delle Stampe degli Uffizi di Firenze. Come artista grafico partecipa a numerose collettive di prestigio: nel 1984 alla Collezione grafica della Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; nel 1998 a Incisori trevigiani del Novecento a Palazzo Sarcinelli, Conegliano; nel 1992 al Gabinetto delle Stampe dell’Accademia di Scienze e d’Arte di Zagabria, nel 1993 alla Prima Biennale dell’incisione Romeo Musa e al Repertorio degli incisori italiani al Gabinetto delle Stampe Antiche e moderne, Bagnacavallo (Ra). La sua attività di illustratore: nel 1989 ha illustrato il libro Passato prossimo, edito dal Rotary Club International; nel 1991 la raccolta Ne Tisini con poesie di Giorgio Segato, edito da Biscupic, Zagabria; nel 1993 il racconto Cercando Sisol di Ermanno Olmi; nel 1998 il racconto di Fulvio Tomizza Le stelle di Natale. Rifiutando tutti gli “ismi” e le mode del tempo, Matteo Massagrande ama definirsi fedele ad una personale visione pittorica nobile. Il suo linguaggio è una sintesi colta tra la grande storia e le più moderne ricerche figurative. Gli incontri più significativi Strada facendo nel suo trentennale cammino di artista, ha incontrato alcuni protagonisti dell’arte e della cultura del nostro tempo, da alcuni dei quali ha tratto utili insegnamenti. Sono scrittori come Alberto Moravia, Giorgio Saviane, Giuseppe Berto e Fulvio Tomizza; registi come Ermanno Olmi e Giulio Bosetti; attori come Marcello Mastroianni; poeti come Paolo Ruffilli e Mario Stefani; il tenore e pittore Mario del Monaco; lo sceneggiatore Rodolfo Sonego. E naturalmente molti artisti, tra cui: Giorgio de Chirico, Virgilio Guidi, Tono Zancanaro, Riccardo Licata, Augusto Murer, Nino Springolo, Orfeo Tamburi, Gina Roma, Giovanni Barbisan, Guido Cadorin, Luigi Tito, Giuseppe Marchiori, Guido Perocco, Bruno Saetti e Carlo Ludovico Ragghianti; gli incisori Lino Bianchi Bariviera e Valeria Vecchia. CRONOLOGIA D’ARTISTA 1973 Inizia a esporre in una collettiva di pittori locali a Treviso. Conosce Nino Springolo, Gina Roma e il tenore e pittore Mario del Monaco con cui spesso discute di tecniche pittoriche. 1974 Primo incontro con Giovanni Barbisan da cui apprende le tecniche dell’incisione e con cui instaura una profonda amicizia destinata a durare negli anni. 1975 A Venezia conosce il pittore Luigi Tito che lo invita alla Scuola Libera del Nudo dell’Istituto d’Arte: incontro fondamentale, che gli trasmette l’importanza della materia nell’opera pittorica. 1976 Conosce Guido Cadorin che, vedendo le sue prime opere, decide fin dal primo incontro di fargli da insegnante. La prima lezione è una prova di umiltà nei confronti dell’arte: il maestro gli insegna a fare la punta alla matita. I successivi incontri affrontano le più sofisticate tecniche della tempera all’uovo quattrocentesca, che ancora oggi fanno parte del patrimonio tecnico di Massagrande. Nel 1976 partecipa per la prima volta allo storico Premio Burano di Pittura, dove conosce Giuseppe Marchiori, Guido Perocco e Carlo Ludovico Ragghianti. 1977 Conosce Giorgio de Chirico che lo definisce “faccia da pittore”. Si fa promettere da Massagrande di rimanere sempre fedele alla grande pittura e lo incoraggia a proseguire nello sviluppo delle grandi tecniche pittoriche. 1978 Frequenta Virgilio Guidi, Tono Zancanaro, Augusto Murer, Alberto Moravia, Giuseppe Berto, Paolo Ruffilli, Mario Stefani, Bruno Saetti. 1979 Frequenti viaggi di studio a Parigi. 1980 A Roma conosce Lino Bianchi Bariviera e Valeria Vecchia, da cui apprende molte tecniche di incisione e la libertà espressiva del segno grafico. Ottiene il Premio Internazionale Città di Pordenone. 1981 Conosce Ermanno Olmi che lo induce a riflettere sull’importanza della sobrietà dell’espressione artistica. 1982 Abbandona definitivamente il lavoro del restauro, al quale si dedica fin dal 1977. Ottiene il Premio Rizzoli per la grafica. 1983 Stringe amicizia con Rodolfo Sonego. 1984 Conosce Riccardo Licata. 1985 A Parigi frequenta Orfeo Tamburi da cui impara ad amare la visione delle città, senza cadere nella ripetitività. Conosce l’editrice Franca May e Valerio Adami. 1986 Realizza un grande ciclo di affreschi e dipinti in un palazzo storico nel cuore di Londra. Ottiene il prestigioso Premio Burano di pittura. 1987 Compie diversi viaggi di studio a New York e Washington, in Belgio, Olanda e Germania. Ottiene il Premio Under 35 alla Terza Biennale d’Arte Sacra di Venezia. 1989 Ha l’opportunità di salire sui pontili della Cappella Sistina durante i restauri agli affreschi della volta. Illustra il libro Passato prossimo, edito dal Rotary Club International. 1990 Visita la storica mostra di Velàzquez al Prado di Madrid e riprende gli studi sulla materia. 1991 Realizza una pala per la chiesa di Consandolo (Fe). Illustra la raccolta Ne Tisini con poesie di Giorgio Segato, edito da Biscupic, Zagabria. 1993 Sposa Angela. Illustra il racconto Cercando Sisol di Ermanno Olmi. 1994 Viene pubblicata una monografia con la quale si chiude simbolicamente il periodo della pittura giovanile. Inizia a frequentare annualmente Hajòsi Alkotòtàbor, il Campus Internazionale d’Arte di Hajòs (Ungheria) dove, oltre a dipingere insieme ad affermati artisti dei paesi dell’Est, insegna a giovani studenti di diverse Accademie d’Arte. 1995 Inizia la collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto diretto da Giulio Bosetti per il quale realizza i dipinti delle affiche che promuovono gli spettacoli teatrali. Tra questi, il più amato da Massagrande è Le ultime lune con Marcello Mastroianni, artista a cui è legato da amicizia fin dal 1982. 1996 Iniziano i lavori di restauro dello studio in Ungheria. 1997 Realizza la pala dell’altare maggiore della chiesa di S. Ignazio di Loyola a Padova. 1998 Conclude il lavoro di restauro dello studio ungherese. Illustra il racconto di Fulvio Tomizza Le stelle di Natale. 1999 Nasce il figlio Zaccaria Rodrigo. 2001 Realizza una pala per la chiesa di San Bartolomeo a Mestrino. 2002 Inizia a elaborare nuove tecniche, conduce studi approfonditi sulla materia e sulla luce, caratteristiche inconfondibili della sua pittura.