Vito Vasta ha esposto in Galleria Gagliardi dal 1993 al 1994.
Vito Vasta esplora su lastre di ceramica tutte le possibilità espressive offerte dalla materia acquistando sempre più consapevolezza delle energie materiali e spirituali che vivono in essa. E’ così che il suo lavoro va sviluppandosi come il segno, il simbolo, di una tensione verso l’assolutezza dello spazio, esso stesso centro dell’unità metafisica.
…Riconoscendo il “groviglio” come strategia dell’altro, oltre il suo essere materia, partecipando al rapporto di arrendevolezza, costrizione o fuga, per l’artista è possibile intuire gli spazi immaginari dove le “mappe segrete” articolano il desiderio di libertà.
In tal senso l’arte della terracotta sorge su un codice ignoto, pronto ad emergere nella suggestione del proprio potere, essendo la polvere di terra ricordo e memoria di un tutto, con cui dialoga nelle successive esperienze.Allora sorge l’avventura teorica di un testo nell’investigazione di un linguaggio, luogo della possibilità del dire e del rimando a qualcosa di già inscritto, nascosto o a qualcosa di inesprimibile, nonostante la “restituzione”… .
Galleria Gagliardi - 1992: mostra personale di Vito Vasta, testo di Vittoria Biasi