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NEL MIO GIARDINO INCANTATO, DANILO MARTINIS

NEL MIO GIARDINO INCANTATO

NEL MIO GIARDINO INCANTATO                                                                                                                                                                    Mostra personale di Danilo Martinis
Galleria Gagliardi San Gimignano                                                                                                                                                                       dal 21 luglio al 12 agosto 2018
Danilo Martinis ha alle sue spalle un background importante di ricerca ed evoluzione stilistica che partono da lontano con un primo interesse per la Action Painting. 
Nel 2005 affronterà una nuova forma espressiva che scaturisce dalla OP ART ovvero La Optical Art movimento di arte astratta, nato negli anni ‘60 e legato ai movimenti dell'Arte Cinetica , che nasce  con lo scopo di provocare nello spettatore un illusione ottica e un’instabilità percettiva (Vasarely, Rilely..) dove non si contempla la figura umana; Martinis elaborandola e interpretandola in modo assolutamente personale inserisce volti, figure per lo più femminili, disegnando sui loro corpi una maglia prospettica dove linee curve e rette si intersecano. Figure sospese o immerse che, fondendosi con lo sfondo del dipinto e creando una percezione di concavo/convesso, sono in continuo movimento. 
2018, Danilo Martinis apre con la mostra personale “Nel mio giardino Incantato”, un nuovo ciclo pittorico, lasciandosi alle spalle lo stile geometrico/dinamico che lo ha accompagnato sino ad oggi per trovare una libertà di tratto e di costruzione pittorica.
In questa nuova fase, è come se Danilo Martinis senta l’urgenza di trasferire in pittura il vissuto arricchito di nuove realtà esistenziali: le donne svincolate da un immobilizzo forzato si liberano dalla gabbia geometrica, danzano finalmente libere e leggere. Le geometrie si rompono e le linee, prima nette, si aprono e lentamente si modificano in filo morbido e flessuoso per poi trasformarsi in steli, foglie e fiori e, magicamente, Martinis ce ne fa quasi sentire il profumo. Martinis lascia i colori forti che lo hanno accompagnato negli ultimi anni, colori e linee che inevitabilmente irrigidivano i corpi seppur sinuosi delle donne rappresentate: al loro posto nuovi colori pastello, dentro grafiche leggere, in sintonia con una sua a nuova visione di un mondo lieve e delicato; adesso le sue donne, esseri soavi e gentili ma forti e fiere, danzano in solitudine, in un silenzio che ancora di più rafforza l’unione e l’empatia con la natura che le circonda.
Nelle sue ultime opere , Danilo Martinis, sviluppa il tema con  simbologie e  molteplici contaminazioni: il giardino, nel suo significato simbolico, ci riporta alla natura, mentre il giardino incantato ad un luogo incontaminato, ad una sorta di paradiso terrestre ove la natura rigogliosa corrisponde all’abbondanza, alla gioia, alla purezza; nella cultura orientale, il giardino rappresenta l’euritmia cosmica, il legame e l’equilibrio tra la natura e l’uomo attraverso cui raggiungere uno stato di serenità ed equilibrio interiore, infatti le tecniche di meditazione per rigenerare corpo, mente e spirito, spesso iniziano con l’immagine di un giardino interiore.                                                                             
Lo spazio della tela come per magia diventa un palcoscenico dove figure femminili, di lontana ispirazione orientale, si muovono silenziose, affascinanti e seducenti ricordando le ombre cinesi; i fiori, simbolo della vita, si avviluppano ai corpi o ricoprono le vesti leggere; la grande Luna richiama le scenografie dei teatri lirici o le scenografie di rinascimentale memoria; le danzatrici si lasciano trasportare dalla natura che le circonda, dal mondo lirico e onirico in cui Martinis, con la sua profonda sensibilità, ci invita ad entrare in punta di piedi.
Ogni persona anela ad un proprio “giardino incantato” in cui rifugiarsi e scordare questo nostro mondo confuso e disorientato, deviato e deviante, un luogo di pace e serenità dove trovare, finalmente, la possibilità di riflettere. Ed ecco che l’artista traduce per noi un sogno in immagine, un giardino dove leggerezza e serenità si palesano.  Il pittore, realizzatore di sogni, ci offre la delicatezza di un passo di danza, l’incanto di un giardino incantato dove armonia e poesia si incontrano, dove far riposare il cuore e la mente e sentirsi leggeri.
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane. (…)    
*** Tratto da “La pioggia nel pineto” di Gabriele D'Annunzio
 (Pescara, 12 Marzo 1863 - Gardone Riviera 1 Marzo 1938)
“Nel mio giardino incantato”
Isabella Del Guerra, 2018