NON C'ERA UNA VOLTA...
Demetz, maestro dell’intaglio di grande sensibilità e profonda conoscenza tecnica, realizza le proprie sculture intagliando il gentile legno di tiglio dal colore chiaro/rosato. Un materiale privo di nodi e venature che permette una scultura morbida dal colorito naturale per opere che vengono poi in parte dipinte con leggere velature di acrilico e arricchite da preziose e minuziose grafie.
Sono giovani ragazzi, adolescenti dai volti gentili che sembrano uscire dalla parete quasi a venirti incontro. Guardandoli con attenzione, notiamo il loro sguardo fiero e attento, sempre diretto ma velato da una leggera malinconia o accompagnato da un sorriso appena accennato.
A prima vista sarebbe facile pensare di entrare, guidati da Ferdinando, nel mondo delle favole incontrando i vari personaggi fiabeschi. Un mondo incantato e fantastico che ci ha accompagnato nella nostra vita di bambini e che tutt’ora ci ricorda l’infanzia che fu.
“C’era una volta …” è il classico incipit delle storie, di quel magico e irreale mondo che tutti noi conosciamo: lì da sempre vivono Cappuccetto Rosso, Biancaneve, la Bella Addormentata, Rapunzel, Peter Pan e Pinocchio, burattino irriverente e irrispettoso, che per magia si trasforma in figlio amorevole e perfetto.
Favole con mamme amorevoli contro matrigne maligne, fatine dolci e comprensive contro streghe malvage, cacciatori buoni contro lupi cattivi, con tutti noi in attesa dell’immancabile lieto fine dove tutti vivono felici e contenti.
Non è così. Nel mondo di Demetz non ci sono principesse né principi, né bambini perduti e poi salvati e, per l’Artista, l’infanzia non è quel giardino dorato dove tutto è amore e gioia: in fondo oggi come allora quel “c’era una volta…” si trasforma in “non c’era una volta…”. Un “c’era una volta” che non c’è mai stato, non c’è e, forse, mai ci sarà.
Le sculture di Demetz ci parlano di un’infanzia diversa, più reale e più profonda, dove i giovani protagonisti non sono solamente vittime vulnerabili ma anche persone forti e consapevoli, pronte a sfidare il mondo e a lottare per la propria felicità.
I personaggi delle favole diventano così simboli di una realtà più articolata e sfaccettata, dove il bene non è sempre trionfante e il male non è sempre sconfitto, ma ogni individuo deve confrontarsi con le sue debolezze e i suoi limiti per trovare la propria strada.
Le opere di Demetz ci invitano a riflettere sull’importanza e sulla complessità del passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza, che prima o poi porta a dover affrontare le sfide della vita con coraggio e determinazione, abbandonando l’illusione di un mondo perfetto e senza difficoltà, ma senza mai perdere la speranza di poter un giorno vivere in un mondo diverso e avere un futuro migliore.
Sono opere che sì, si rifanno al mondo fiabesco, ma vogliono interpretare anche le insicurezze, le ansie, le inquietudini della società di oggi.
La Cindarella di oggi forse si sente inadeguata ai canoni estetici “suggeriti” dalla moda, dagli influencer, dalla cosmesi ed ecco che usa una maschera, come se questa la potesse nascondere e proteggere dal mondo.
La Bella Addormentata, forse, è stata delusa da quell’amore che ha sognato e in cui ha creduto, il Principe azzurro probabilmente non era poi così azzurro… così come la Principessa e il Rospo: il suo bacio appassionato e fiducioso non è riuscito a trasformarlo, il rospo era ed è rimasto rospo.
Quanto di più attuale è una Rapunzel che, con le forbici tra i capelli, sta per compiere il suo atto sovversivo per il lutto, per la sorellanza, per la libertà.
Cappuccetto Rosso con orecchie da lupo che, come il lupo, deve essere sempre prudente e vigile perché la strada è solitaria e sa che purtroppo nessuno l’aiuterà: deve quindi essere pronta a difendersi se necessario e non fidarsi di nessuno, nemmeno di coloro che sembrano gentili e innocui. Cappuccetto Rosso sa che la vita è piena di insidie, ma con attenzione e coraggio può superare qualsiasi ostacolo e raggiungere il suo obiettivo.
La scultura di Pinocchio rappresenta un ragazzo un po’smarrito e solitario, in crisi con la propria identità. La favola vorrebbe darci una morale volta a insegnare un comportamento rispettoso con i propri simili, con i genitori, gli insegnati, gli anziani ma, purtroppo, la realtà ci dice che così non è. Non tutta ovviamente, ma una parte della gioventù attuale non ha speranza nel futuro, non ha convinzioni o credo; questo, purtroppo, li porta all’indifferenza totale o a sfogarsi attraverso una violenza gratuita verso cose, animali indifesi e persone per fuggire dal grande vuoto che hanno dentro.
Demetz però, ci regala altre due sculture in cui possiamo leggere, come in una fiaba a lieto fine, una speranza per un mondo diverso, migliore, dove l’infanzia possa vivere appieno il proprio tempo, dove possa esistere la tolleranza per il proprio simile, accogliendo le sue idee e le sue convinzioni anche se in conflitto con le proprie.
Un mondo, un tempo in cui non esista più l’oltraggio e l’offesa, ma il reciproco rispetto.
In questo ci aiuterà la rappresentazione del coraggioso Guerriero in forza dei suoi positivi valori e saldi principi.
Peter Pan, il piccolo ragazzo dal grande cuore che batte, pur rinunciando alla libertà di volare conserva nel proprio petto le sue piccole ali e accetta di perdere l’eterna giovinezza: nella maturità di una rinnovata consapevolezza il suo sguardo sembra indicarci un mondo migliore, una Rinascita, grazie alle nuove generazioni che faranno il possibile perché questo avvenga.
Un altro argomento caro a Demetz è l’ambiente. Il legno usato per le proprie opere proviene dal mondo incontaminato delle montagne dove l’uomo ha imparato il rispetto per la natura, per tutto ciò che vive e diviene: come per una naturale condivisione e inevitabile simbiosi, da quei luoghi silenziosi, l’Artista sceglie, raccoglie nel bosco e trasferisce sui due giovani Guerrieri le corna simboli di forza, tenacia e maestosità.
Demetz crea opere che non sono solo belle da vedere, ma che trasmettono anche importanti messaggi sulla tutela dell'ambiente. Le montagne e la natura sono una fonte di ispirazione per l'artista, che vuole mettere in risalto la bellezza e la fragilità della natura.
Da sempre l’arte visiva e la musica, come anche la moda e il design, sono veicolo di cambiamento ma anche un forte strumento di denuncia; gli artisti, attraverso le loro opere, con gentilezza, garbo e talvolta con ironia o provocazione, utilizzano la loro creatività per attirare, interessare e coinvolgere la società su importanti temi sociali.
E Demetz non è da meno, da sempre attraverso le sue sculture ci invita a riflettere su situazioni che forse ignoriamo ma, purtroppo, sono molto vicine a noi.
Isabella Del Guerra, 2024
Galleria Gagliardi-2024: mostra personale di Leo Ferdinando Demetz "Non c'era una volta" a cura di Stefano Gagliardi