Comunicato Stampa

ORIZZONTI LONTANI di ANDREA GIOVANNINI
dal 09/07/2022 al 31/07/2022

2022 - Galleria Gagliardi, Galleria Gagliardi San Gimignano

Osservare un’opera di Andrea Giovannini può alleviare il desiderio di viaggiare o addirittura sostituire il viaggio, offrendo molto di piu? di un appagamento estetico. La sua arte sembra esprimere in questa fase il desiderio di possedere tutto il mondo in una volta sola, metaforicamente. Giovannini appare come un esploratore del passato, quando le scoperte diventavano il frutto di uno sforzo creativo, quando i nuovi mondi non venivano percepiti semplicemente come trovati, ma addirittura come inventati, nel momento in cui veniva loro attribuito un nome, nel momento in cui venivano descritti e misurati. Quella di Giovannini diventa una sorta di cartografia fantastica di mondi del tutto credibili. L’atto di conquista operato dall’immaginazione si ripete sulla tavola dipinta. Si avverte un respiro che non solo è liberatorio, ma anche giocoso, leggero e potente, proprio mentre riconosce la forza e la bellezza del creato. L’artista sta realizzando quelli che chiama Fondali, Visioni dall’alto e Voli silenziosi dal 2018, ma la primissima sperimentazione tecnica di questo linguaggio risale ai primi anni ’90, a Urbino, nello studio di Pietro Demitri. L’utilizzo di smalti colati su tavola crea effetti di grande fascino, perfetti per la descrizione di fondali marini, lande di terra incolta, praterie. Andrea interviene là dove accumuli e sfumature gli fanno intuire linee di costa, orizzonti, sentieri, strade, scarpate, che sviluppa pittoricamente a tecnica mista creando dei paesaggi (città in lontananza, borghi su cui svettano cattedrali, aeroporti regionali, spiagge con ombrelloni e bagnanti) o inserendo elementi isolati (imbarcazioni, fari, aeroplani, mongolfiere) con la consueta precisione lenticolare. Talora aggiunge delle velature bianche, molto eteree, nuvole che fluttuano sopra ai paesaggi, ad aumentare l’idea di infinità, di occhio divino che domina dall’alto. Ha escogitato una soluzione molto interessante dal punto di vista visivo, coniugando una veduta a volo d’uccello, parallela al piano del quadro, e una frontale, perpendicolare. Il confine, l’orizzonte, il margine dialogano con l’immensità del mare o della terra. Come se coniugasse il fascino del “bel niente” e l’ambizione insita nell’uomo di lasciare delle tracce, di assicurarsi un posto nella storia. Non ci sono mai isole, piuttosto approdi conosciuti, civilizzati, rassicuranti. I fari sembrano pronti a reggere alle tempeste in cui talvolta appaiono immersi, le barche a esprimere la piccolezza delle umane cose, piuttosto che un’idea di sperdimento. Per i paesaggi di montagna, soggetto meno frequentato, Giovannini usa altri smalti, ottenendo concrezioni, effetti di rilievo, come fossero sproni, ghiacciai, canaloni, sullo sfondo di profili di montagne e nuvole sfrangiate. Bellissimi anche i suoi Notturni, nostalgici e tenebrosi. Nuvole nere, lune spettrali e cipressi, come non pensare immediatamente a Friedrich e Bo?cklin, ma in una chiave piu? dinamica e drammatica. Effetti tumultuosi e vorticosi che denunciano la sua grande passione per l’ultimo Turner, modernissimo e informale. Immagino Andrea come un artista che osserva a lungo, che attraverso viaggi reali, testi e immagini, fa posto a ciò che non è determinato, instaura un dialogo personale con l’ambiente, scopre l’origine delle cose. Negli anni si è creato una valigia metaforica, a cui attinge per creare le sue opere. In fondo la radice indoeuropea della parola “arte” significa “comporre” o “mettere insieme”. Come se Andrea Giovannini desse vita a un poetico atlante, formato da infinite tavole, secondo la denominazione originaria di questi manufatti, Theatrum orbis terrarum, “Teatro del mondo”. Mi piace paragonarlo al piu? grande ingegnere della fantasia di tutti i tempi, Jules Verne, che nelle sue opere condensa originario e tecnologico, vicinanza e lontananza, creando sogni ad occhi aperti per uso domestico.
by Marcella Luzzara